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Messaggio Da ^^Walker^^ Mar Giu 10, 2008 9:35 am

Azzurri travolti dal contropiede degli olandesi. Dopo la figuraccia rischiano l'eliminazione

INVIATO A BERNA
Donadoni comincia con il piede sbagliato, come se dovesse tornare presto a casa. L’Italia mondiale è franata sotto i 3 gol dell’Olanda, dalla quale non perdeva da trent’anni, e il cammino si fa impervio per quanto non si è visto a Berna e per la sensazione che il ct, meticolosissimo, abbia rimestato alla fine i suoi ingredienti senza cavarne una squadra dall’impronta precisa se non nei primi minuti e un pochino nel finale. A cominciare dalla imprevista scelta di mettere Ambrosini a centrocampo al posto di De Rossi si è capito che qualcosa non andava, non perché il milanista demeritasse ma perché nella serata sdrucciola di Pirlo sarebbe servito un altro a far gioco e coprire la difesa diroccata.

Sembrava una mossa improvvisata, quanto è stata poi la manovra degli azzurri quando sono andati in svantaggio con la collaborazione dell’arbitro. Frojfeldt e i suoi fratelli di bandierina hanno dato il via alla girandola olandese che in 5’ ha mandato in crisi l’Italia. Il gol di Van Nistelrooy sembrava così chiaramente in fuorigioco che quando sul display si è rivista l’azione lo stadio è diventato una bolgia di fischi italiani e lazzi degli olandesi, contenti di essere stati loro per una volta a rubacchiare: Toni per aver chiesto all’arbitro di riguardare il filmato si è preso quell’ammonizione che in una serata da orso ballerino non si sarebbe mai meritato.

Il centravanti del Real Madrid era solo davanti a Buffon quando ha deviato in porta il tiro dalla sinistra: ora all’Uefa dicono che Panucci benché stesse fuoricampo per una spinta presa nell’azione precedente lo teneva in gioco. Questione di lana caprina. Sta di fatto che la percezione dell’ingiustizia si è insinuata nella testa degli azzurri e ha staccato i contatti. Non erano l’arbitro nè il guardalinee a favorire il raddoppio di Sneijder, al 30’. L’origine era nella carenze di una difesa che, oltre a Cannavaro (a soffrire in panchina con le stampelle), ha smarrito lo stato di grazia degli eroi mondiali. Zambrotta e Materazzi non si sarebbero mai fatti uccellare due anni fa come si è visto in quell’azione: appoggio di testa di Kuyt, tocco lesto di Sneijder sull’uscita di Buffon. In pochi minuti l’Italia aveva già preso il doppio delle reti subite su azione in sette partite ai Mondiali. E avrebbero potuto essere di più se Van Nistelrooy non si fosse tenuto in piedi sul contatto con Buffon, in uscita disperata, al 18’ e ancora lui non si fosse fatto parare un tiro basso al 43’. Quando si concedono a uno dei più temibili centravanti d’Europa tre palloni netti davanti al portiere i casi sono due: o quei difensori sono in tilt o in panne.

Avevamo pensato che la difesa potesse fare la differenza rispetto alla Germania. La previsione si è verificata. L’Italia del Dunadùn aveva cominciato bene, poi abbiamo visto una squadra irrisa dal palleggio degli olandesi e lanciata in un’aggressione arruffona. Toni non teneva palla, non la ammaestrava. E senza quel riferimento in attacco la Nazionale ha meno carte da sfruttare. Di Natale era un po’ più vivo, tirava due volte e in un caso Van der Sar si salvava alla sua maniera goffa. Poca roba. Con Pirlo impreciso, Camoranesi nervoso, il resto opaco rispetto alla brillantezza dell’Olanda che dietro a Van Nistelrooy aveva tre mezze punte infide: Kuyt, il piccolo Sneijder del Real Madrid e quel Van der Vaart che la Juve a gennaio aveva prenotato dall’Amburgo, poi Ranieri disse che non gli sembrava adatto al gioco italiano. Per come si è mosso tra le maglie della Nazionale bisogna dire che il tecnico juventino è di gusti difficili.

Nella ripresa Donadoni cambiava le carte. Dice che l’Italia ha molti modi di giocare, l’importante sarebbe azzeccare subito quello giusto. Zambrotta si spostava finalmente a destra, Panucci si metteva in mezzo liberando Materazzi per la doccia, si vedeva la spinta di Grosso, soprattutto la disperazione portava il ct a provare la genialità di Del Piero e Cassano. In attacco andava meglio e non era previsto che Toni sbagliasse un tocco facile di sinistro solo davanti al portiere nè che Van der Sar, che alla Juve era una piaga, parasse il possibile, a Del Piero e a Grosso. La rete in contropiede di Van Bronkhorst rendeva la sconfitta una disfatta, la peggiore mai subita dall’Italia nella fase finale di un Europeo.
^^Walker^^
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