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Aspiranti veline alla fiera dell'Est

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Messaggio Da ^^Walker^^ Mar Giu 10, 2008 9:57 am

Greggio a caccia di ragazze, quasi tutte dall’Europa orientale




Greggio a caccia di ragazze, quasi tutte dall’Europa orientale
Ho fatto da giurato alle Veline. Da stasera, al posto di Striscia la notizia, va in onda su Canale 5 la lunga marcia che porterà alla scelta delle nuove ragazze-simbolo. La bionda e la bruna resteranno in carica due anni. Lo spettacolo-programma condotto da Ezio Greggio è itinerante, anima le arene all’aperto fino a settembre per novanta serate, con il bello e con il cattivo tempo. Quando è toccato a me, il tempo era cattivo. A Riccione, abbiamo registrato sei puntate in una sera, cominciando alle 20 e terminando alle 2,30. Il freddo andava facendosi sempre più intenso, il vento più gelido, i nasi più rossi e la voce di Greggio più roca. Emilio Fede voleva scappare per andare a mangiare una pizza. Sorge spontanea una domanda: pagavano bene? Niente, gratis, altrimenti non sarebbe deontologico. Voglia di apparire? Non credo, anche perché durante una gara per veline la priorità del regista, bravissimo, Mauro Marinello, non è certo quella di inquadrare un gruppo di adulti intabarrati. Desiderio, piuttosto, di conoscere dall’interno un fenomeno televisivo importante. Per poterlo raccontare, senza bisogno di alcuna bugia: Ricci dice sempre che i giornalisti sono costretti a dire bugie, ma è molto più bella e divertente la verità.

E dunque qui a Riccione, piazzale Roma, è tutto molto «minimal» spartano, senza lustrini né paillettes. Si cammina sulla sabbia per salire sul palchetto; nessuna moina, nessun trattamento riservato; nessuno trucca, nessuno pettina, come sei, sei. Di solito, nell’industria dello spettacolo, dove l’immagine è fondamentale, non si trascura l’estetica nemmeno dell’ospite. Lì, niente. Si mangia? Non si mangia. Regime militare. Per tutti, tecnici, giurati e concorrenti. Le quali, con tutto quel freddo, sono, come chiede il ruolo, svestite. Neppure le ragazze vengono truccate, ci pensano da sole. Pensano da sole anche all’abito e allo stacchetto finale. Peggio per loro se appaiono più ridicole di quello che potrebbero, o più volgari. O se non sanno valorizzarsi. Né agghindarsi in modo da sembrare la velina ideale.

Nelle sei puntate si valutano 36 concorrenti, sei per volta, tre puntate per le bionde e tre per le more. Le ragazze compaiono come per incanto poco prima dell’esibizione; stanno mute; appena finita la registrazione, spariscono, inghiottite dal nulla. Alla giuria non danno confidenza. Non ammiccano, non sorridono. «E dire che avevo pensato a un voto di scambio...», lamenta sarcastico un giurato. Per la giuria, assoluta libertà di voto. Ognuno sceglie la concorrente preferita, in caso di ex aequo si alza una paletta. Alla prescelta viene messa la corona di carta in testa, parodia dell’elezione di una miss, le altre la festeggiano, se ne vanno, non si vedono più. Se mai fossero scelte, ci sarebbe un contratto di due anni, e poi, forse, i calciatori, il lavoro, gli amori, i rotocalchi. Alcune sono arrivate con un papà, una mamma, un fidanzato, che vengono ripresi, piazzati sempre nella stessa posizione, in un certo angolo della piazza. Poi spariscono, pure loro, nella notte, sostituiti da altri papà, altre mamme, altri fidanzati. Si racconta che a un regime simile fossero sottoposte le conigliette di Playboy. Può essere.

Fenomeno da studiare, dunque, visto che Striscia e le Veline, nel mondo dello spettacolo e non solo, fenomeni lo sono veramente. Le Veline, come elemento simbolico, discendono direttamente da quel Drive In che rivoluzionò il varietà tv Anni ’80. E’ lì che Ricci ha imparato a usare così bene i tempi, volgendo a suo vantaggio i ritmi e l’immediatezza tipici delle interruzioni pubblicitarie. Veline perché quando 20 anni fa nacque Striscia, il «tg satirico», le ragazze portavano per l’appunto le «veline, come venivano definiti i comunicati stampa delle autorità costituite. Che contenevano suggerimenti sul modo in cui dare e commentare una notizia. «All’inizio le Veline erano figlie degli Anni ’80 - ricorda Ricci - prosperose, esagerate, come Drive in. Poi abbiamo scelto veline più normali. Adesso mi piacerebbe una rom, ma non se ne sono presentate». Rom ancora no, in compenso concorrono tante straniere, rumene e brasiliane soprattutto, nel gruppo che ho visto io c’era pure una chirchisa. Greggio è un grande professionista, veloce, preciso, gentile con le concorrenti, senza affettazione. Perché ci sono prove carine, di ballo, di canto, e altre cattive, come mettere la testa nella minestra? Doppia risposta dello staff: «Perché qualcuna non sa fare niente, ma qualcosa deve pure fare». «Perché qualcuna è più ironica e accetta lo scherzo». Chi è che dice le bugie?


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